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Progettare all’estero: Istruzioni per l’uso | BARI
Progettare all’estero: Istruzioni per l’uso | ROMA
L’IN/ARCH ha condotto negli ultimi due anni una interessante ricerca dal titolo “Architettura: energia per il made in Italy” , realizzata con il sostegno del Ministero per lo Sviluppo Economico e dell’ITA (Italian Trade Agency – ICE) insieme al CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Archi-tetti), all’OICE (l’organizzazione di Confindustria che associa le società di ingegneria), all’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), a Confindustria Ceramiche. Tale ricerca ci ha consentito di fotografare un fenomeno in grande crescita.
Sono stati monitorati 341 progetti di architetti ed ingegneri italiani realizzati all’estero: non solo grandi studi o grandi società di ingegneria ma molti studi professionali meno noti, di dimensioni medie e medio piccole e molti giovani progettisti.
La ricerca ha quindi confermato che esiste nel mondo, nei confronti della nostra cultura architettonica, una grande attenzione e aspettativa.
Sono stati individuati, in molti dei progetti raccolti, materiali e tecnologie di aziende italiane della filiera edilizia “esportate” proprio grazie all’italianità del progettista: oltre 300 aziende italiane che hanno fornito i propri prodotti per la realizzazione di edifici progettati da professionisti italiani nel mondo.
Ciò conferma la nostra convinzione che promuovere progettisti e progetti italiani di architettura e di ingegneria nel mondo significa promuovere un sistema industriale fatto di materiali, tecnologie, design; significa promuovere l’export dei prodotti della filiera edilizia italiana.
Le storie raccolte sono di grandissimo interesse.
Forse più di mille informazioni tecnico-burocratiche raccontano come un progettista italiano può concretamente avviare la ricerca di occasioni di lavoro in giro per il mondo, pur tra mille difficoltà ed ostacoli.
Obiettivo di questa iniziativa è quello di presentare ad un pubblico vasto di progettisti l’esperienza di alcuni degli studi che operano all’estero – pur essendo a tutti gli effetti “studi italiani” – individuati dalla ricerca. Non tanto e non solo per presentare le proprie opere quanto piuttosto per illustrare il percorso che ha condotto a progettare un’opera all’estero.
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- Attraverso quali strategie hanno individuato i Paesi in cui operare?
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- Che tipo di approccio hanno avuto per muovere i primi passi in quei mercati?
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- Quali sono state le relazioni che hanno permesso di presentare il proprio lavoro e di entrare in con-tatto con i committenti?
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- Che tipo di aiuto (se vi è stato aiuto) hanno ricevuto dai nostri interlocutori istituzionali (Ambasciate, ICE, Istituti Italiani di Cultura, Camere di commercio, SIMEST ecc.).
Crediamo in definitiva che una narrazione delle “storie” vissute dai nostri colleghi possa offrire utilissime informazioni pratiche a quanti (e sono sicuramente tanti) coltivano il “sogno” di progettare fuori dai nostri confini.
Ogni incontro prevede la presenza di due studi di progettazione.
3 incontri complessivi – 6 studi coinvolti, a partire dal 12 ottobre 2016 nelle seguenti città: Roma, Bari, Torino.