
S. Marta-Vittorio Emanuele: Note per un (auspicato) dialogo

Superbonus: criticità e prospettive
Premi IN/Architettura Lazio, Abruzzo e Molise: segnali incoraggianti, ma c’è un “caso Roma”

Con una forte disomogeneità nella distribuzione geografica delle opere, la Capitale, fanalino di coda, è afflitta da una serie di criticità
Nonostante le difficoltà oramai strutturali di un settore della cultura che non riesce più ad essere riconosciuta come un valore fondamentale dell’identità italiana; nonostante un sistema normativo che riduce il progetto di architettura ad un ruolo puramente strumentale nel processo di produzione edilizia; nonostante una contingenza sanitaria che non ha precedenti nella storia dell’umanità dell’ultimo secolo; nonostante tutto ciò, gli architetti italiani continuano a mostrare tutto il valore di una scuola che ha tradizioni millenarie ed a riconfermare la loro ferma caparbietà a voler riconquistare gli spazi di praticabilità per una disciplina che ha un ruolo centrale nel definire i caratteri identitari della nostra cultura.
L’In/Arch, con questi Premi, da una parte ha inteso farsi strumento attivo in una battaglia culturale per la riaffermazione del ruolo centrale dell’architettura nella cultura italiana contemporanea e, dall’altra, ha creato l’opportunità per spazi di visibilità che ne valorizzassero gli esiti migliori. L’obiettivo è stato quello di ricreare un rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti dell’architettura e, contemporaneamente, incoraggiare gli architetti a perseverare nella ricerca di livelli qualitativi di eccellenza. L’organizzazione su base regionale ha consentito, inoltre, di costruire uno spaccato che evidenziasse gli andamenti di un’attività che non si esplica in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale ma, al contrario, sembra subire con molta chiarezza le influenze di ambiti territoriali differenziati per condizioni sociali, economiche e culturali.