
Incontri di Primavera. Dallo stadio alla città

Conoscere per modificare
Estetica, Luce, Progetto

La fabbrica come modello creativo
A cura di Maurizio De Caro, Director for the culture of project and research, for architecture and design, Panzeri Carlo srl
20 maggio, dalle ore 17.00 alle ore 19.00
Per partecipare scrivere a: segreteria@inarch.it
La presenza all’evento consente l’acquisizione di 2 CFP per gli Architetti.
Al centro di ogni attività industriale e artigianale legata allo sviluppo del concetto di design, ci sono materie e materiali, e la capacità propria dell’Azienda di produrre identità riconoscibili.
Ogni prodotto è frutto dell’incontro tra specificità materiche applicate alla ricerca, come risultato di una necessaria e di continua evoluzione, fino a spingersi verso territori sperimentali che riassumono tutta la sapienza tecnica che è l’espressione più alta del marchio.
La forma e tutti i suoi derivati sono l’argomento destinato alla competizione tra i creativi capaci di leggere le istanze che la società contemporanea, vuole esprimere e le naturali esigenze imprenditoriali.
Le componenti del progetto (colore, flessibilità e componibilità) moltiplicano le potenzialità di applicazione di ogni oggetto/prodotto all’interno di un programma architettonico più vasto sia esso d’interni che di “urban design”.
La forza della tradizione e la sua capacità di creare valori etici ed estetici, è la storia della crescita culturale ed industriale di Panzeri, anticipatori di innovazione, cioè capaci di leggere le istanze architettoniche verso cui la società vuole spingersi.
In questo antico tracciato è sempre viva la volontà di sperimentare, e di cercare le soluzioni più significative perché l’innovazione nasce dall’attenta lettura di ogni trasformazione (o invenzione) tecnica e tecnologica.
Un’azienda è prima di tutto una metodologia di costruzione, qualunque sia il prodotto che vuole realizzare, e dunque l’organizzazione razionale di tutti i sistemi operativi, è la parte razionale di un grande processo creativo.
Mai come in questi anni recenti il tema energetico ha toccato picchi culturali così importanti e l’universo luminoso ne è una parte significativa e fondamentale.
La luce e la sua produzione, in qualsiasi forma possibile, non può rinunciare al suo riferimento di riciclabilità, sostenibilità, con una attenzione concentrata sui consumi in tutte le declinazioni.
La bellezza delle lampade deve raccogliere questa sfida planetaria e rendere compatibile il design con i nuovi protocolli etici, in una nuova forma di scambio culturale, e il nostro paese può diventare uno dei motori trainanti della neo-estetica europea.
La condizione del dialogo tra le discipline è imprescindibile nello sviluppo delle tecniche moderne, anzi è molto difficile isolare momenti scientifici della produzione e del disegno della luce, e di tutti i sistemi (“famiglie di lampade” o singoli prodotti) adatti a utilizzarlo nel modo più razionale.
Un’azienda che viaggia oltre i settanta anni di storia e di crescita industriale e progettuale, deve farsi carico di nuove creatività, fresche e stimolanti. Magari più spinte del necessario, ma in grado di farci riflettere sul futuro delle nostre case e delle nostre città e del modo in cui la luce parteciperà a questo sviluppo culturale.