6° incontro del ciclo Ritratti
8° incontro del ciclo Ritratti
7° incontro del ciclo Ritratti
Elio Luzi e Sergio Jaretti – Torri Pitagora, Torino
7 febbraio ore 17.30
Torino, Castello del Valentino – Aula 1V – Viale Mattioli 39
Moderatore: Davide Derossi, In/Arch Piemonte
Relatori: Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo – PoliTO
Elio Luzi e Sergio Jaretti – Torri Pitagora (1965-1968) – Torino
Realizzate per l’impresa edile Manolino le Torri Pitagora fanno parte delle “residenze alte” costruite a Torino a seguito della forte crescita demografica della periferia sud della città. Collocate nell’area compresa tra i corsi Siracusa, Orbassano e Cosenza, le 3 torri di varia altezza occupano un lotto irregolare e si sviluppano ben oltre la cortina edilizia del contesto. La torre più alta (dieci piani) è anche quella più articolata che occupa la testa del lotto triangolare direttamente verso piazza Pitagora.
La seconda si eleva per otto piani ed ha un aspetto più compatto, la terza di nove piani chiude l’intervento su corso Siracusa ed è caratterizzata da alcune scale a chiocciola che collegano gli appartamenti dell’ultimo piano ai terrazzi pensili. I tre grandi i volumi sono tenuti insieme da un lungo porticato aperto a pilotis che ospita gli ingressi alle abitazioni ed alcune attività commerciali.
Tutte e tre le torri aumentano la sagoma procedendo verso l’alto con volumi e balconi a sbalzo, disposti in modo variabile. Un’articolazione dei volumi che corrisponde ad una maggiore ampiezza degli alloggi e ad una attenta disposizione di differenti modi di abitare. Non si tratta pertanto di una articolazione compositiva ma bensì di una ricercata complessità delle cellule edilizie, ciascuna provvista di un suo preciso rapporto con l’esterno.
Committenza: Impresa Manolino
Utilizzo: Appartamenti e negozi
Progettisti: Elio Luzi e Sergio Jaretti
Cronologia: 1963 -1968
Indirizzo: Corso Siracusa 152-158
Per maggiori informazioni: RITRATTI: ELIO LUZI E SERGIO JARETTI – TORRI PITAGORA, TORINO
Iscriviti su Eventbrite per partecipare all’evento
Incontro pubblico in presenza.
Ingresso gratuito per il pubblico e i soci IN/Arch. Gli architetti che non sono iscritti ad IN/Arch e che desiderano i crediti dovranno pagare €6 per i diritti di segreteria.
L’incontro da diritto a 2 Crediti Formativi professionali per gli architetti di tutta Italia. Approvazione del CNAPPC 919/2021.
RITRATTI
Architetti e architetture del secondo Novecento a Torino e in Piemonte
Con questo ciclo di incontri IN/Arch Piemonte si propone di contribuire alla conoscenza di opere di architettura del secondo novecento, opere meno note, spesso ai margini della storiografia ufficiale, ma che nascondono contributi preziosi per ricostruire la storia dei luoghi insieme alle intenzioni, ai linguaggi e alle tecniche dell’architettura; opere spesso sospese nell’oblio o quantomeno sradicate dal contesto storico a cui andrebbero ricondotte. Si tratta di edifici che spesso rischiano di essere snaturati, demoliti, sacrificati sull’altare del mercato immobiliare o dell’aggiornamento funzionale e tecnologico. Eppure nei decenni che vanno dalla ricostruzione al “boom economico”, una generazione di architetti formatasi durante il regime o a cavallo della guerra, si esprime con opere molto significative, talvolta riconducibili ad un dibattito internazionale. Sono gli anni della maturità dei grandi maestri del Movimento Moderno, ma anche dei primi segnali della crisi dei dogmi della modernità.
A Torino e in Piemonte alcuni architetti si esprimono interesse per le tradizioni spesso negate, con una nuova attenzione ai contesti locali, dove la modernità dialoga con le matrici insediative, dove si intrecciano logiche economiche, tecniche, politiche e nuove idee dell’abitare. Altri si impegnano sui temi dell’edilizia sociale, dei servizi e dei luoghi del lavoro, le cui carenze assumono rilievo drammatico nel corso dei rapidi processi di inurbamento e industrializzazione. Altri ancora, rivelano un’attenzione al design che porterà l’Italia ad essere nota nel mondo per la qualità della sua ricerca nel campo del prodotto industriale.
Le opere di questo periodo, pur nella loro precaria frammentarietà all’interno di un paesaggio urbano oggi radicalmente trasformato, sono testimonianza della energie e delle idee che hanno animato l’architettura del secondo dopoguerra, più impegnata sul piano della responsabilità tecnica, intellettuale e sociale del mestiere, del rapporto con l’impresa e con la committenza, che al consolidamento di una dottrina accademica. Architetture talvolta sviluppate dentro un processo di aggiornamento della formazione professionale e di sviluppo tecnologico della produzione edilizia, ma anche di forti spinte speculative che coinvolgono le città e i territori, con diffusi esiti di degrado del paesaggio e dello spazio pubblico. Per queste ragioni, quella stagione è stata, nel suo scenario complessivo, spesso giudicata sfavorevolmente. Anche gli strumenti della tutela, con il passaggio da 50 a 70 anni della soglia per il vincolo dei beni di proprietà pubblica, sembra aver confermato questa damnatio memoriae.
Programma del ciclo d’incontri Ritratti. Architetti e architetture del secondo Novecento a Torino e in Piemonte