Open House Roma. Il quartiere Trieste
Intorno alle mura_Tevere Day
3° incontro del ciclo Ritratti
Passanti, Perona, Garbaccio – Uffici dei lavori pubblici Torino
11 ottobre ore 17.30
Torino, Urban Lab, Piazza Palazzo di città 8/F
Moderatore: Luca Gibello, Giornale dell’Architettura
Relatori: Elena Dellapiana, PoliTO e Michele Bonino, PoliTO
Uffici dei Lavori Pubblici del Comune di Torino
Nel luglio del 1956 esce il bando di concorso per la progettazione degli Uffici dei Lavori Pubblici del Comune di Torino. Tra i cinque gruppi partecipanti, viene preferito (pur non aggiudicandosi il primo premio) il progetto di Mario Passanti, Paolo Perona, Giovanni Garbaccio. Un primo progetto viene approvato nel 1958, ma diverse obiezioni poste dalla locale Soprintendenza e dai Consigli Superiori dei LL.PP da un lato, dalle Belle Arti dall’altro, obbligano i progettisti a numerose varianti, nonché a lunghe riunioni a Roma per discutere l’evoluzione del progetto.
La sua costruzione avrebbe colmato un vuoto di fronte al Duomo, rimasto tale per oltre vent’anni dopo la demolizione, della palazzata seicentesca di Amedeo di Castellamonte, nel 1935. Ma oltre dieci anni, dodici varianti e quasi 300 tavole di progetto sarebbero state ancora necessarie perché il Palazzo dei Lavori Pubblici fosse completato: la realizzazione dell’edificio si prolungherà fino al 1964.
Lo sforzo di interpretare i valori simbolici e civili, attesi da un edificio pubblico negli anni della ricostruzione, non evita un acceso dibattito cittadino sull’inserimento dell’edificio nel cuore del centro storico.
Committenza: Comune di Torino
Progettista: Mario Passanti, Paolo Perona e Giovanni Garbaccio
Cronologia: 1957 – 1964
Indirizzo: Torino, Piazza San Giovanni, 5
Per maggiori informazioni: RITRATTI_03: PASSANTI, PERONA, GARBACCIO – UFFICI DEI LAVORI PUBBLICI TORINO
Iscriviti su Eventbrite per partecipare all’evento.
Incontro pubblico in presenza. Ingresso gratuito per il pubblico e i soci IN/Arch. Gli architetti che non sono iscritti ad IN/Arch e che desiderano i crediti dovranno pagare € 5 per i diritti di segreteria.
L’incontro da diritto a 2 Crediti Formativi professionali per gli architetti di tutta Italia. Approvazione del CNAPPC 919/2021.
RITRATTI
Architetti e architetture del secondo Novecento a Torino e in Piemonte
Con questo ciclo di incontri IN/Arch Piemonte si propone di contribuire alla conoscenza di opere di architettura del secondo novecento, opere meno note, spesso ai margini della storiografia ufficiale, ma che nascondono contributi preziosi per ricostruire la storia dei luoghi insieme alle intenzioni, ai linguaggi e alle tecniche dell’architettura; opere spesso sospese nell’oblio o quantomeno sradicate dal contesto storico a cui andrebbero ricondotte. Si tratta di edifici che spesso rischiano di essere snaturati, demoliti, sacrificati sull’altare del mercato immobiliare o dell’aggiornamento funzionale e tecnologico. Eppure nei decenni che vanno dalla ricostruzione al “boom economico”, una generazione di architetti formatasi durante il regime o a cavallo della guerra, si esprime con opere molto significative, talvolta riconducibili ad un dibattito internazionale. Sono gli anni della maturità dei grandi maestri del Movimento Moderno, ma anche dei primi segnali della crisi dei dogmi della modernità.
A Torino e in Piemonte alcuni architetti si esprimono interesse per le tradizioni spesso negate, con una nuova attenzione ai contesti locali, dove la modernità dialoga con le matrici insediative, dove si intrecciano logiche economiche, tecniche, politiche e nuove idee dell’abitare. Altri si impegnano sui temi dell’edilizia sociale, dei servizi e dei luoghi del lavoro, le cui carenze assumono rilievo drammatico nel corso dei rapidi processi di inurbamento e industrializzazione. Altri ancora, rivelano un’attenzione al design che porterà l’Italia ad essere nota nel mondo per la qualità della sua ricerca nel campo del prodotto industriale.
Le opere di questo periodo, pur nella loro precaria frammentarietà all’interno di un paesaggio urbano oggi radicalmente trasformato, sono testimonianza della energie e delle idee che hanno animato l’architettura del secondo dopoguerra, più impegnata sul piano della responsabilità tecnica, intellettuale e sociale del mestiere, del rapporto con l’impresa e con la committenza, che al consolidamento di una dottrina accademica. Architetture talvolta sviluppate dentro un processo di aggiornamento della formazione professionale e di sviluppo tecnologico della produzione edilizia, ma anche di forti spinte speculative che coinvolgono le città e i territori, con diffusi esiti di degrado del paesaggio e dello spazio pubblico. Per queste ragioni, quella stagione è stata, nel suo scenario complessivo, spesso giudicata sfavorevolmente. Anche gli strumenti della tutela, con il passaggio da 50 a 70 anni della soglia per il vincolo dei beni di proprietà pubblica, sembra aver confermato questa damnatio memoriae.
Programma del ciclo d’incontri Ritratti. Architetti e architetture del secondo Novecento a Torino e in Piemonte